IL SALICE

person Pubblicato da: Arianna Sisto list In: Curiosità Sopra: comment Commento: 0 favorite Colpire: 622
IL SALICE

Immaginate di ritrovarvi catapultati nella vita quotidiana di un minuscolo paesino situato in Piemonte, nelle Langhe, 60 anni fa e di ritrovarvi nel periodo della creazione di una vigna.

Il contadino si avvicina a voi e con fare spazientito vi esorta a mettervi al lavoro.

Sono le 5 di una calda mattina estiva e in mano avete un fascio di rami sottili che si piegano facilmente.

Vicino avete una signora anziana che allunga la mano verso di voi per prendere uno di questi particolari rami e lo inizia ad arrotolare intorno al filare unendo la vite in crescita al suo sostegno di legno formando uno strano nodo.

Questo è il goret, il ramo del salice che serviva per legare le viti al filare di modo che queste ultime crescessero dritte e in fila.

Come noto, noi Piemontesi badiamo al sodo senza fronzoli e la nostra lingua ci rispecchia. Quindi chiamiamo goret anche i rami del salice, che viene capitozzato alla fine dell’inverno.

Si scrive goret ma si pronuncia guret 

Si scrive goret ma si pronuncia guret, dal piemontese che legge la o senza accento come se fosse una u. 

Questi rami venivano potati verso la fine dell’inverno e raggruppati in fascine, divisi per dimensioni e lunghezza. Quando iniziava il periodo di aggiustamento delle vigne queste fascine di salici venivano messe in ammollo in acqua per far loro riacquistare elasticità e per permettere di essere arrotolate intorno alla vite.

Da rami secchi si trasformavano in nodi elastici che legavano la pianta di vite al suo filare. Si soleva fare un nodo semplicemente intrecciando il goret su se stesso al filare.

Il tempo e la cura sono le due protagoniste di questa storia

Una storia che parte dal nostro quotidiano, da un paesaggio immobile e rigoglioso.

Il tempo è sicuramente uno dei fattori più affascinanti legati a questo nodo, data l’accuratezza e la dedizione con le quali venivano tagliati e legati questi malleabili arbusti.

La cura scivola da ogni granello di terra, di marna. Le viti dall’alto sono rebbi con un inizio e una fine, pettinati con cura da un enorme pettine, immobili come secoli.

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